Lucia Latour

Esigente e appassionata. Lucia Latour non ci lascia soli.

Lucia Latour è stata una coreografa sperimentatrice. Ha coniugato la visionarietà di un immaginario fervido, nutrito da una profonda conoscenza delle arti visive, con la progettualità spaziale derivante dalla sua formazione di architetto. La sua ricerca coreografica ha contribuito alla nascita della nuova danza italiana. Con la costituzione del gruppo Altro Teatro e con lo spettacolo Frilli Troupe del 1986, emerge nella sua scrittura coreografica una felice sintesi fra le esperienze intercodice degli anni precedenti e il suo originale approccio al movimento danzato. Il rapporto del corpo con la gravità che le sue pratiche di lavoro individuano, induce a ribaltare i parametri di riferimento abituali per il movimento. Crea una metodologia di lavoro originale trasmettendo con rigore il gusto per una ricerca corporea sul peso, sul flusso e sull’orientamento del movimento, sull’eccesso energetico e immaginativo che plasma la materia del corpo del danzatore in modo che questi possa inserirsi con semplicità nella costruzione scenica. Si è sempre circondata di validi collaboratori (musicisti, artisti visivi, scenotecnici, costumisti, illuminotecnici e danzatori) che potessero aderire alla sua visione dello spettacolo come luogo di complessità, in cui coniugare competenze autonome per realizzare un unico progetto coreografico sotto il suo occhio attento.
Di questa fase di lavoro mi piace ricordare Anihccam del 1989, lo splendido spettacolo realizzato rivisitando il mondo pittorico del futurista Fortunato Depero. Uno spettacolo di personaggi e immagini in movimento in cui realizza ciò che chiamava la “machinerie teatrale”. Con l’indimenticabile trittico dei lavori creati fra il 1993 e il 1995 (Marmo Asiatico, Metopa sud/Planktai e Ultramarine) torna al corpo “primo dei luoghi”, inventando corporetà sensibili, emotivamente palpitanti e indomite. Ultramarine, sui temi dell’erranza e della conquista di un posto nel mondo, è un passionale appello ad ascoltare e accogliere la natura nel corpo e l’umanità nella natura.
La mia esperienza professionale con Lucia si ferma al 1997, ma la ricchezza dei suoi insegnamenti e la prospettiva libera delle sue idee su corpo, spazio e movimento mi accompagnano anche nel mio attuale percorso artistico.
Dopo un’indagine in cui mette in relazione nel momento stesso della presentazione al pubblico i corpi dei danzatori con le creazioni di alcuni artisti visivi realizzate direttamente sulla scena (Du vu, du non vu del 1998, per esempio), nel 2001, con Physico, inizia una nuova fase creativa: il corpo stesso si fa spazio permettendo un dialogo fra l’agire naturale e quello artificiale nell’intento di operare un’“alterazione della prossimità, dall’attuale al virtuale”. Comincia così una lunga sperimentazione in cui la tecnologia della Motion capture e della Motion graphics entra in relazione con il movimento e il gruppo diventa Altroequipe, un organismo multimediale dove mettere in tensione le idee e realizzare spettacoli collaborativi sempre all’avanguardia. Mi diceva: “non parlo più di danza ma di mobiligence” e Allalunalaloneh del 2009 ne è una dimostrazione.
La sua intelligenza vivace e la sua vena creativa non hanno mai subito una battuta d’arresto. Ha continuato a stimolare e ispirare collaboratori e studenti, sempre pronta a condividere le sue conoscenze e le sue idee. Ha sempre guardato avanti. La sua proposta artistica e pedagogica segna più di una generazione di artisti e danzatori. Chiunque l’abbia incontrata non può non serbare un ricordo indelebile. La sua presenza è stata significativa per la cultura italiana, non solo della danza. La complessità del suo pensiero coreografico e le sue proposte artistiche richiedono un’attenzione particolare e forse, solo ora a distanza di tempo, sarà possibile comprenderne la portata. Anche la sola visione delle riprese audiovisive delle sue opere, apre a suggestioni che troveranno certamente seguito. Per questo mi auguro che il suo lavoro e le sue idee possano circolare e continuare a porre domande, in modo che la ricerca corporea e coreografica italiana si nutra di quella complessità disciplinata e sensibile che ha reso il suo lavoro tecnologico e umano al contempo, di incredibile spessore.
 
Alessandra Sini
 
 
Dal 1972 al 1981, Lucia Latour fa parte del Gruppo Altro/Lavoro Intecodice partecipando all’ideazione, progettazione e realizzazione di ogni progetto collettivo. 
1973 Altro/Gesto lavoro intercodice
1973-1974 Altro/Mertz, mostra-spettacolo da/di Kurt Switters
1974-1975 Altro/Experimenta
1975 Altro/Metodo didattico
1976 Altro/Zaum, strutturazione
1976 Altro/Giugno, spazio di comunicazione politica
1977 Altro/Ics incognite di forme teatrali
1979 Altro/Abominable A
 
Produzioni coreografiche
Gruppo sperimentale sul movimento, suono, spazio e immagine
1981 Pas d’espace
1983 Spatium Teca
1985 Lalu la
 
Compagnia di danza contemporanea Altroteatro
1986 Frilli troupe
1988 On y tombe, on n’y tombe
1989 Anihccam
1992 Naturalmente tua
1993 Marmo Asiatico
1994 Metopa sud/Planktai
1995 Ultramarine
1996 Naturalmente tua (nuovo allestimento)
1997 Straballata
1998 Du vu, du non vu
1999 Šansa
 
Altroequipe
2001-2002 Physico
2002 Straballata (ripresa)
2003-2004 Sylvatica
2004 Prototypa
2005-2006 Pycta
2007 Hallalunalalone
2008 Lallunahalalone
2009 Allalunalaloneh
 
Selezione di pubblicazioni
- Gruppo Altro, Altro. Dieci anni di lavoro intercodice, [1981], Roma, edizioni Kappa, s.d.
- Orazio Carpenzano, Lucia latour, Physico. Fusione danza-architettura, Univrsale di architettura, n. 136, Torino,Testo&Immagine, 2003
- Lucia Latour, “Motilità Innata. Motilità Artificiale”, HiArt. Rivista semestrale dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, Roma, Gangemi Editore, n° 1, anno 1, aprile-ottobre 2008
- Lucia Latour, “Arte in corpo stereoplastico”, in Maria D’Ambrosio (a cura di), Media corpi saperi: per un’estetica della formazione, Milano, Franco Angeli, 2006, pp. 184-193 
- Lucia Latour, “Ultramarine”, in Alessandro Pontremoli (a cura di), Drammaturgia della danza. Percorsi coreografici del secondo novecento, Milano, Euresis, 1997, pp. 105-121
 
Sul percorso artistico di Lucia Latour, Elisa Colombo, Il teatro del corpo. 1950-2000 viaggio attraverso la danza contemporanea italiana, Catania, edizioni Akkuaria, 2006, pp. 85-97
 
La bibliografia completa dal 2001 al 2005 è su: www.altroteatro.it/pycta/biblioit.htm, quella dal 1972 al 2002 su: www.altroteatro.it/straballata/biblioen.htm