Il giardino delle muse danzanti - Terzo appuntamento

Terzo appuntamento col Giardino delle muse danzanti,

serie di incontri organizzati in collaborazione con l’Associazione culturale Athena Parthenos

alla Casina delle Civette, Villa Torlonia - Via Nomentana 70, Roma.

In programma :

Venerdì 06/03, PRESENTAZIONE LIBRO : Nicoletta Giavotto, Quasi…apolide o cittadina del mondo, a cura di Maria Rinaldi, con una prefazione di Francesca Falcone (Aracne 2019). Interviene Claudia Celi alla presenza dell’Autrice.
Sabato 07/03, CONFERENZA : Fabiola Pasqualitto, Le rivisitazioni del ballett nel Novecento : Il Lago dei cigni.
Domenica 08/03, CONFERENZA : Alessandra Sini, Le corporeità eroiche “per uno scenario inedito della danza contemporanea italiana” (LAICC 1993).


Venerdì 6 marzo : Presentazione libro

Nicoletta GiavottoQuasi…apolide o cittadina del mondo, a cura di Maria Rinaldi, con una prefazione di Francesca Falcone(Aracne 2019). Interviene Claudia Celi alla presenza dell’Autrice.

L’autobiografia di Nicoletta Giavotto, coreografa pioniera della danza moderna e contemporanea in Italia - e traduttrice  di diversi testi fondamentali della modern dance americana - è suddivisa in sette capitoli, ciascuno dei quali è riferito alle diverse fasi della sua vita. Una parte del testo è dedicata alle “Poesie segrete”, così come Giavotto ha intitolato le sue creazioni poetiche. Conclude il libro un’appendice che contiene un estratto di un intervento che Giavotto ha tenuto in occasione del convegno organizzato a Roma nel 1996 in memoria della leggendaria Isadora Duncan. 

Nicoletta Giavotto ha coltivato la sua passione per il balletto classico fin dagli anni del liceo e ha frequentato la scuola diretta da Ugo Dell’Ara, seguita dall’insegnante del Teatro alla Scala Maria Molina. Terminati gli studi di Economia e commercio presso l’Università degli Studi di Genova, intervallati da estati a Londra alla scuola di Madame Cléo Nordi, ha lavorato per due anni in Italia come ballerina classica sia con Ugo Dell’Ara al Teatro Massimo di Palermo che con altri coreo­grafi. Dopo aver frequentato la London School of Economics e la scuola di Rosella Hightower a Cannes, ha ottenuto una borsa fullbright per la Juilliard School di New York, entrando in contatto con la prima generazione dei danzatori Graham e Limón, tra cui Ethel Winter, Bertram Ross, Betty Jones, Sara Stackhouse e altri. Ritornata in Italia, si è stabilita a Roma, dove ha frequentato l’Accademia Nazionale di Danza per i corsi professionali, conseguendo il diploma nel 1977. Negli anni Ottanta e Novanta ha insegnato presso l’AND e ha diretto la sua compagnia “Isadora Duncan”, ottenendo una sovvenzione dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo per organizzare produzioni di danza.

Maria Rinaldi comincia lo studio della danza classica e contemporanea presso il Centro di Formazione Spazio Danza, diretto da Angela Dimiccoli a Barletta. Si laurea in Editoria e giornalismo presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e nel 2010 viene ammessa al Triennio Tecnico Analitico per danzatori, indirizzo danza contemporanea, presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. Consegue anche il diploma di secondo livello per l’insegnamento delle discipline Coreutiche, indirizzo danza contemporanea, nel 2016. Nel suo percorso ha avuto modo di lavorare con coreografi di fama internazionale tra cui: Sharon Fridman, Micha van Hoecke, Marcos Morau, Maurice Causey, Giorgio Rossi, Simona Bertozzi, Maud de la Purification, Rodolpho Leoni, Nina Dipla, Tamas Geza Moricz. Si è trasferita a Parigi nel 2016 presso il Conservatoire de Danse de Villejuif, per uno stage post diploma con la supervisione della Prof.ssa Bea Buffin. Ha curato Le Relazioni Armoniche Ferentillo e le Residenze d’Arte, in collaborazione con la Prof.ssa Cristina Caponera (Edizioni Thyrus, 2016 Arrone).   


Sabato 7 marzo : Conferenza

Fabiola PasqualittoLe rivisitazioni del balletto nel Novecento: Il Lago dei Cigni. 

Il lago dei cigni di Čajkovskij, considerato oggi il balletto di tutti i tempi, non ebbe però un successo immediato. Dopo le sofferte premières russe del 1877 con Reisinger e del 1880 con Hansen, il balletto ottenne il successo tanto ambito solo in seguito alla morte del compositore con la versione integrale di Petipa/Ivanov, in tre atti e quattro scene, in prima rappresentazione al Mariinskij di San Pietroburgo il 27 gennaio del 1895.  Da allora il balletto non è più uscito dalle scene di tutti i teatri del mondo fino ad ispirare i coreografi del Novecento in originali e alcune volte stravolgenti rivisitazioni. A cominciare dalla freudiana rilettura di Matz Ek del 1987 seguita dal Lago tutto al maschile di Matthew Bourne fino alle più dissacranti rivisitazioni di Rydman ed Ekman di questi ultimi anni. Tra le rivisitazioni italiane Il Lago dei cigni del Balletto del Sud del coreografo Fredy Franzutti che ha festeggiato i suoi vent’ anni con repliche di successo mantenendo immutata la sua gradevolezza. Un’intelligente rilettura che in tutta la sua originalità riesce a mantenere intatto il mito della leggendaria fiaba di Čajkovskij/Petipa.

Fabiola Pasqualitto è danzatrice, coreografa, docente di danza per le materie teoriche e pratiche. Giornalista e critica di Danza. Curatrice della Rubrica “Passi di Memoria” e “Accadde oggi” del mensile DanzaSi. Curatrice di “NARRARE LA DANZA” Percorso di seminari sulla Storia della Danza. 
Laureata con il massimo dei voti in Arti e Scienze dello Spettacolo all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, con tesi in Storia della danza: “La danza contemporanea italiana: l’influenza della pedagogia e del teatro di Alwin Nikolais”.  Specializzata in Saperi e Tecniche dello Spettacolo all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, con Tesi in Drammaturgie dello Spettacolo: “Gli schemata nel teatro classico e nella Commedia dell’Arte”. Ha conseguito sempre all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Corsi singoli in Storia, Teorie e Tecniche della Danza con il massimo dei voti.  Dal 1990 dir. Artistica e insegnante dell’A.s.d Centro Studi danza - Ceccano (FR) curando la formazione degli allievi e allestendo numerosi Gala trai cui il "Premio Ceccano Danza".  Dal 2004 Docente ai Corsi di Formazione per Insegnanti Aid&ea per le materie teoriche e pratiche di: danza classica, contemporanea, jazz, storia della Danza, Storia del Teatro e dello Spettacolo-Metodologia della danza – Regia. Esaminatrice di danza nei centri di formazione Aid&ea. Ospite in numerose Rassegne e Giurie. Dal 2014 collabora con la testata giornalistica DanzaSi come Critica di danza curando rubriche, recensioni ed interviste. Dal 2018 collabora con il giornale on line «Campadidanza». Docente per l’insegnamento della materia: Discipline Multimediali e Letteratura Italiana. Direttrice e coreografa della CREATIVE Contemporary Dance Company. Dal 2009 a oggi ha tenuto numerose conferenze e seminari sulla Storia della danza e del teatro.


Domenica 8 marzo : Conferenza

Alessandra SiniLe corporeità eroiche “per uno scenario inedito della danza contemporanea italiana” (LAICC 1993) 

Quest’incontro prende in considerazione la produzione coreografica che Enzo Cosimi, Lucia Latour e Virgilio Sieni presentano nella prima metà degli anni Novanta. L’analisi delle pratiche coreografiche di questi esponenti autorevoli della tradizione coreografica nazionale evidenzia, almeno relativamente a questo periodo, una sintonia nei riferimenti poetici che, pur con esiti teatralmente ed esteticamente difformi, trova manifestazione nell’esaltazione della tensione nervosa ed emotiva delle corporeità in azione. La collaborazione con i danzatori permette a questi autori di evolvere la scrittura e la trasmissione del proprio pensiero coreografico delineando “l’autonomia del codice” e affermando “la cultura del gesto come sistema portante e primordiale nella creazione”. Fra il 1992 – anno in cui Enzo Cosimi affronta il mito fra oriente e occidente con Il pericolo della felicità – e il 1996 – anno in cui Virgilio Sieni chiude il suo percorso coreografico sull’Orestea di Eschilo – il rimando al mito e alla figura di un eroe contemporaneo da evocare sulla scena è esplicito. In questi stessi anni (1993-1995), Lucia Latour propone la sua trilogia sul corpo che danza come locus solus facendo appello ad un rapporto ancestrale con la natura. Ognuno di questi autori, col tratto distintivo che evidenzia l’originalità e l’autonomia del personale percorso artistico, spazia oltre il codice coreutico che pure contribuisce a ridisegnare, per spingere la drammaturgia coreografica ad affermare una ritualità drammatica e astratta, tutta cinetica. La scrittura coreografica espressa in questo periodo si concentra sulle corporeità nervose ed evocative procedendo per microelementi gestuali, dinamici, strutturali; indaga la ritualità scarna del fare. Grazie all’operato puntuale e consapevole del danzatore nascono figure possenti che assumono su di sé la capacità catartica della narrazione alla quale la scrittura coreografica di questi autori ha rinunciato optando per una drammaturgia del movimento. Il riferimento al patrimonio tragico del pensiero occidentale e alle iconografie classiche alimenta i loro immaginari suggerendo la costituzione di un nuovo archetipo umano energetico ed operativo in risposta alle difficoltà socio-culturali dell’epoca.
Il MANIFESTO 1992 Danza come arte contemporanea e il documento Per uno scenario inedito della danza contemporanea italiana Per uno scenario inedito della danza contemporanea italiana dell’associazione LAICC (Liberi Autori Italiani Coreografi Contemporanei) di cui Enzo Cosimi, Lucia Latour e Virgilio Sieni furono co-ideatori e firmatari (insieme a Donatella Capraro, Massimo Moricone, Marcello Parisi e Giorgio Rossi) ci aiuteranno a mettere in luce la relazione fra il progetto culturale comune e le pratiche coreografiche individuali.

Alessandra Sini è danzatrice e coreografa per il gruppo di ricerca Sistemi dinamici altamente instabili che coordina dal 1999. Diplomata all’Accademia Nazionale di Danza, ha conseguito la laurea magistrale in Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’Università La Sapienza di Roma e sta completando un progetto dottorale sulla ricerca coreografica italiana compresa fra il 1995 e il 2010 presso l’Université Côte d’Azur (Francia). Autrice di saggi sulle pratiche di ricerca coreografica nazionale, persegue un approccio poietico e storiografico per far emergere e contestualizzare i saperi incorporati nei processi di trasmissione in danza. È una delle curatrici del volume Pratiques de la pensée en danse. Les Ateliers de la danse (L’Harmattan, 2020). Già membro dell’équipe degli ateliers dei dottorandi in danza in seno al dipartimento Rercherche et Répertoires chorégraphiques del Centre Nationale de la Danse di Pantin (dal 2012 al 2016), fa parte dell’association des Chercheurs en Danse (aCD) e di AIRDanza. Collabora con diverse istituzioni per proposte didattiche sul movimento e atelier coreografici.

 

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